l'isola di Carp dive offren un unico resort, il Carp Island Resort, molto ben integrato nell'ambiente. Styruttura semplice e distante dal lusso di Koror ma circondato da un bel giardino e con il vantaggio di essere a pochi minuti dai più belli e famosi punti di immersione dell'arcipelago come il Blue Corner ed i Blue Holes. (...)
l'isola di Carp dive offren un unico resort, il Carp Island Resort, molto ben integrato nell'ambiente. Styruttura semplice e distante dal lusso di Koror ma circondato da un bel giardino e con il vantaggio di essere a pochi minuti dai più belli e famosi punti di immersione dell'arcipelago come il Blue Corner ed i Blue Holes.
Senza necessità di dover raggiungere grandi profondità, ci si dà appuntamento con le mante al German Channel mentre, anche se si possono avvicinare i grossi predatori (squali pinna bianca e pinna nera, squali grigi, tigre, leopardo) un po' ovunque, al Blue Corner sono di casa. Così, con il reef-hook (che pare sia stato inventato proprio qui), ci si aggancia alla barriera e non si fa altro sforzo che godersi in tutta comodità lo spettacolo che queste imponenti presenze vorranno mostrare. L'unico rischio è di farsi distrarre dalla frenetica vita che si svolge attorno per nulla disturbata dalla presenza dei subacquei: oltre a tutti i pesci di barriera (circa 1500 specie diverse) che continuano a danzare attorno incuranti dei predatori si incontrano enormi pesci Napoleone, branchi di grossi barracuda, tonni e pappagalli Bumphead, razze e aquile di mare. Quando poi si comincia a risalire e ci si ferma lungo il muro per la tappa di sicurezza è bene prestare molta attenzione al reef: è possibile riconoscere praticamente tutte le specie conosciute di anemoni (oltre 700 specie diverse fra corallli ed anemoni), oltre a pesci cardinale, a numerose specie di nudibranchi ed a rarissime specie endemiche e tridacne giganti.
In immersione la visibilità, in genere, supera i 30 metri e quando così non è, probabilmente è perché, grazie alla luna piena, vi state godendo lo spettacolo della barriera corallina con il fenomeno dello spawning.
Oppure siete entrati in una colonna di plancton e non è detto che riusciate ad uscirne evitando lo squalo balena che se ne sta cibando.
Le immersioni sono di tutti i tipi che si possano immaginare e desiderare: oltre ai muri, ai reef, ai giardini di corallo ed ai canyon, per gli amanti del genere, troviamo numerosissimi relitti della seconda guerra mondiale (navi o aerei americani o giapponesi); immersioni appositamente studiate ed organizzate per gli amanti del Nautilus, fotografi e non; varie caverne chiuse come le Chandelier Cave o aperte come i Blue Holes (dalla superficie dove si nuota in un paio di metri d'acqua si scende lungo 4 fori che si aprono nel reef e danno l'accesso ad una vasta cavità sottostante che scende fino ad oltre 30 mt di profondità).
Sulle pareti ci sono belle gorgonie e nudibranchi e, sul fondo, si apre un'altra piccola cavità dove sono custoditi due scheletri di tartaruga ma, in realtà, ciò che apre il cuore è il gioco di luci che filtra dalla superficie attraverso i fori: come se una luce divina venisse a rischiarare le profondità degli abissi lasciando un'aura attorno ai contorni di ciò che popola il mare. E qui c'è davvero qualcosa di divino.
Ovunque siate stati, in qualsiasi mare vi siate immersi, qualsiasi cosa abbiate visto, per Palau non siete preparati.